Gianni Ferrario – Energizzatore di Eventi
Facilitatore di climi aziendali e spirito di unità con i suoi coinvolgenti WorkShow di grande successo!
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Happiness Trainer
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Gli esseri umani sanno cosa sia la gioia, perché a tutti capitano momenti di gioia. Ma proprio perché «capita», si ritiene che essa sia qualcosa che succede senza ragioni precise. Ma quegli attimi illuminano la vita, ne rivelano la trama profonda. Per alcuni diventano così importanti che, da essi nasce l’esigenza del cambiamento.
L’ esperienza della gioia, può generare nella persona desiderio di cambiamento e di cura maggiore di se. In altri, invece, per il fatto che la gioia sia rara ed evanescente, è presente il pensiero che essa sia così breve da essere più inganno che realtà. Personalmente ritengo che le difficoltà non tolgano mai del tutto il piacere di vivere; il desiderio di vivere è più forte del dolore della vita: “Questo ci fa pensare che la vita voglia la vita”.
La Gioia è quel qualcosa verso cui camminiamo e di cui ci rimane una pungente nostalgia dentro: la sete di un “oltre”? L’essere umano è indigente e nel contempo tende alla pienezza della felicità, perché il desiderio è costitutivo dell’essere umano. Desiderio viene dal latino de-sidera, mancanza di stelle; un cielo nuvoloso nasconde la visione del firmamento con i suoi punti di riferimento e di orientamento così importanti fin dai tempi più antichi, creando dentro un senso di nostalgia ma anche di nuova energia per la ricerca della strada da percorrere.
La gioia è un sentimento che esplode dentro: è pulsante, propulsiva, altamente propagabile. Quando l’essere umano prova meraviglia, gioia, prova una sorta di immersione profonda nel reale avvertendolo come suo compimento. Abbiamo pulsato di gioia tante volte e per avvenimenti diversi e vari. La gioia si potrebbe forse definire come lo stato nascente della felicità, che si identifica con la meraviglia.
Accostare gioia e spiritualità è cercare di cogliere i frammenti luccicanti dell’Intero che ci permea. Un riferimento importante è l’esperienza di Francesco d’Assisi per la singolarità della sua testimonianza così ancora fortemente attuale. La “perfetta letizia”, di cui si parla nei suoi “Fioretti”, è un paradosso: rimanere, perfino nella sofferenza ingiusta, ancorati alla ricerca della verità, trasformare il male in bene; le bastonate ricevute diverranno strumenti di bene perché metabolizzati con dinamiche di bene. Si può anche subire, ma nella certezza di poter portare oltre quella sofferenza. Capovolgere il nostro modo di pensare: da “portare sotto” (sub-fero = soffrire) a “portare verso” (ob-fero = offrire) e trovare una direzione che ci conduca fuori da caos, paura e depressione. Soffiare sulle nebbie della sofferenza per farle salire come incenso di offerta. La letizia lì è perfetta perché capacità di portare vita; quel “perfetta” deriva da perficio (tendere a), quindi significa tensione esistenziale alla costruzione di una realtà migliore, che può essere già qui.
Leggete anche il mensile online Rivoluzione Positiva. In ogni numero ospitiamo firme di prestigio. Nel Comitato di Redazione: lo scienziato Edoardo Boncinelli, l’economista Enrico Giovannini e il fisico Roberto Cingolani. Chi non lo riceve ancora scriva al mio indirizzo email.
Un caloroso saluto, www.gianniferrario.com
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